Lavori in corso . palestra in fase di completamento . 2024
con Stefano Debiasi
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Valdobbiadene . Dalle Risorse naturali una Città più moderna . 2023
Concorso di progettazione in due fasi, con Marica Faccinetto, Leonardo Tullio, Andrea Maria Moronato, Marta Bertoldo, G&V Ingegneri Associati srl
Progetto primo classificato
Parcheggio di interscambio
Polo logistico
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Lavori in corso, progetto di ampliamento di un plesso scolastico . 2022
con Andrea Maria Moronato (capogruppo) e Marta Bertoldo
Per le caratteristiche del sito le nuove aule hanno una prevalente esposizione verso Est.
Il progetto ha richiesto lo studio di una copertura che pur assicurando la massima illuminazione naturale delle aule ne limitasse l’esposizione diretta ai raggi solari soprattutto nelle ore del primo mattino.
Dallo studio del modello georeferenziato con l’eclittica solare nel corso dei mesi è derivata la composizione architettonica delle falde e dei prospetti.
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Una capanna . 2019
a hut is a pocket of resistence hidden in the hills
a hut’s aestethics are mostly ethics
a hut intensifies experience by simplifying it
the hut’s two rooms: inside/outside
Alec Finlay
Questa proposta è dedicata ai quattro brevi versi di Alec Finlay riportati in epigrafe. Vi si possono trovare infatti le principali ragioni e specifiche del progetto di concorso.
La FORMA della resilienza: una capanna, la sua estetica è etica.
Il suo LINGUAGGIO: la semplificazione, intensificare l’esperienza semplificandola.
La sua MISURA: due stanze, interno ed esterno.
La capanna ha un impianto ellittico allineato secondo la linea di minor resistenza al vento ed ha uno sviluppo prevalentemente verticale, quale è il naturale orientamento degli alberi.
Al suo interno si trova una scala elicoidale realizzata con tronchi lavorati: alla maniera di quando si usava arrampicare sugli alberi, conduce semplicemente ad un punto più alto.
Concorso di idee per installazioni dedicate al tema della resilienza e della rinascita da realizzarsi con alberi caduti a seguito della tempesta Vaia nel Parco di Levico Terme.
Progetto selezionato per la fase finale, non vincitore.
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A scuola . 2019
Ciò che che chiamiamo “Vivaio”, anticamente “Vivajo”, deriva dal latino “Vivarium” e solo nel corso del XVIII secolo (tra i primi, il Trattato di Cosimo Trinci “L’Agricoltore Sperimentato” pubblicato a Lucca nel 1777) abbandona anche nella lingua colta l’immagine prevalente del luogo dove si raccoglie l’acqua per farvi vivere i pesci (“Il lucido Vivajo onde il giardino si cinge intorno”, Ludovico Ariosto) per essere associato anche a quella “Parte separata di terreno, dove si pongono piantoncelli d’alberi, e sim., per allevarli”.
Ma è nella lingua tedesca che l’utilitaristico vivaio si eleva al rango di una istituzione di rilievo pedagogico e acquisisce la denominazione così civica e moderna di “Baumschule” (termine composto da Baum=Albero e Schule=Scuola): estensivamente la Scuola degli Alberi.
Lo sciame di piccole querce proviene dalla “Scuola” del Centro Biodiversità Vegetale e Fuori Foresta di Veneto Agricoltura sito a Montecchio Precalcino, ed è ritratto in gita scolastica a Schio a fine Giugno 2019.
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An imperfect place . 2018
L’ abstract di questa proposta per la Triennale di Architettura di Oslo 2019 consiste nella salvaguardia per le prossime generazioni di pagine ancora da scrivere ed aperte al mondo delle possibilità, a cominciare dal gioco.
La proposta investiga i Luoghi Imperfetti, così amati dai bambini e indesiderati dagli adulti, mediante la semina e l’utilizzo di un campo di orzo in un’area verde di fronte al Museo Munch per scopi di gioco partecipato durante tutto il periodo estivo.
I risultati sono quindi messi a disposizione di visitatori e cittadini con l’obbiettivo di raccogliere esperienze per la Biblioteca della Triennale: cibo autoprodotto, costruzioni in paglia, giochi autocostruiti, e quant’altro possa divergere da ciò che troviamo già pronto nelle nostre città, case e giardini.
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Impronte . 2018
L’installazione consiste in una zolla di frumento quadrata sulla quale si è impressa l’impronta di una persona, è stata esposta all’interno del Giardino della Fabbrica Alta di Schio nel Giugno 2018.
Come modulo da giardino, associato ad erbacee stagionali come il papavero ed altri fiori di prato a bassa manutenzione, suggerisce nuove soluzioni di gestione delle aree verdi urbane di significativo valore ambientale e di sostegno alla vita della piccola fauna urbana.